Non è il convenzionale benvenuto quello che voglio riportarvi di seguito, e non sa- ranno neppure i soliti banali convenevoli a riempire le prossime righe di questo ca- pitolo. Fin dai primi momenti in cui “abbiamo” deciso di intraprendere questa sfida, sapevamo già a quale tipologia di persone avremmo voluto trasmettere la nostra passione, per questo “modo” di vivere la camminata su di un tappeto meccanico. Passione? Si passione. Vi sembrerà forse strano se la prima cosa di cui vi parlo è un sentimento, ma, in questi giorni insieme ai nostri formatori, vi accorgerete quanto questo sia il “motore” che ci ha guidati fin qui e il motore che da oggi guiderà an- che voi! E c’è gran differenza tra chi le cose le fa per mera convenienza, o semplice piacere, e chi al contrario le vive con profondo trasporto. Provate a ripensare al vostro “maestro del cuore”, quello che vi trasmetteva emozioni speciali, uniche, in ogni sua lezione, quello che sapeva farvi trattenere il respiro, in attesa del prose- guo. Ancora oggi quando passate dalla “sua” scuola o da casa sua , non ditemi che non sorridete pensando a lui! Le stesse cose avrebbe potuto dirvele chiunque altro, ma quando le diceva lui sembravano magiche .e sono ancora lì oggi come allora, nel vostro cuore. Oppure provate a ricordare quel venditore che vi ha convinti a fare quel determinato acquisto, perché era così consapevole di quello che vi stava raccontando che i suoi occhi brillavano. Erano così brillanti che vi dicevano: “questo è il meglio che puoi trovare ora sul mercato…!” Non c’è storia! Se ami quello che fai, riesci a trasmettere sensazioni che altrimenti non arriverebbero con la stessa forza ed energia. In questi giorni, mi auguro che ognuno di voi trovi la stessa chimica e la stessa attenzione speciale nel seguire il corso di certificazione, per diventare tutti insieme dei “maestri”. Mi piacerebbe vedere i vostri occhi brillare per molto tempo. Ho visto un’assistente bagnante, quest’estate al mare, che col calare del sole, come ogni sera, infilati i guanti di lavoro, riponeva con cura le sedie a sdraio impilate, affinché non si bagnassero; chiudeva gli ombrelloni e rastrellava la spiaggia; ho pensato ..ama il suo pezzo di mare! 35 metri di acqua e sabbia sempre puliti ed in ordine perché lui “amorevolmente”, ogni giorno se ne prende cura. Se ogni pezzo di spiaggia avesse un “lui” che si occupasse di “lei” il nostro mare sarebbe di gran lunga più pulito e più salubre.